Quella speranza di vincere - Nunzio Gambuti

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Quella speranza di vincere

La mia anima

QUELLA SPERANZA DI VINCERE
Le due facce di questo nostro paese: la solidarietà e il profitto.




Tra le tante facce che ogni giorno manifestano la nostra negatività troviamo la nostra incapacità di vivere il rispetto delle cose e quel consenso che concediamo ad altri con il nostro silenzio. Cosa vuol dire? E' presto detto. La cifra è di  circa 34 miliardi. Mi riferisco a quanto è stato raccolto con Telethon 96, un record di impegno e solidarietà, come è stato definito da qualcuno, perchè noi, oltre ad essere un popolo di Santi e navigatori,  siamo anche un popolo generoso.  Senza voler emettere giudizi  e valutazioni sui tanti aspetti di questa manifestazione, vorrei che mi concedeste soltanto una riflessione: la somma raccolta è quasi pari a quanto, a detta di alcuni, un certo ministro della Sanità, insieme ad altri  dirigenti, avrebbero sottratto alla collettività. Allora mi chiedo: quante cose si potevano e si potrebbero realizzare con quella e con tante altre somme che continuamente vengono sottratte all'Amministrazione Pubblica? Ci dicono che la lotta alla  distrofia muscolare, grazie ai tanti contributi che di anno in anno vengono devoluti, sta ottenendo, attraverso la ricerca, notevoli progressi. Purtroppo però, nel nostro paese le carenze di una Sanità poco funzionante, dove spesso troviamo strutture  e personale insufficienti ed inefficienti, non sono limitate soltanto alla distrofia muscolare, ma tanti sono i settori dove con l'abnegazione di singoli medici e la disperazione di altri, si cerca, con poche disponibilità finanziarie, di sostenere  la ricerca e le strutture di base. Ancora c'è da dire "purtroppo" quando constatiamo che tanti di questi settori non hanno la fortuna di avere puntati addosso i riflettori di una RAI, come per Telethon, oppure di Canale 5 come per "Trentasei ore per  la vita", tutto questo in un apparente dualismo televisivo, dove comunque è bene accetto il machiavellico "fine che giustifica il mezzo, per cui rimane più difficile far conoscere il problema all'esterno di queste strutture. L'AGOP, tra questi,  è l'Associazione Genitori Oncologia Pediatrica, un'organizzazione operante presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Guardare la disperazione sulla faccia di un padre è qualcosa che ti brucia dentro, e brucia ancora di più se anche tu ti  senti impotente ed incapace di offrire una solidarietà ed un aiuto che non siano soltanto sotto l'aspetto morale dei sentimenti, ma una solidarietà ed un aiuto che possano davvero contribuire ad ottenere un risultato. Ho incontrato Sandro e Antonio,  avevano sul viso l'amarezza di chi ha visto andare via la propria speranza. I loro ragazzi, Leonardo e Fabrizio, ora camminano tra gli angeli, come è stato detto  nell'omelia, ma Sandro e Antonio non sono tornati a casa a piangere la propria disperazione  o se lo hanno fatto è stato in uno di quei momenti quando ognuno di noi ha voglia di restare solo con se stesso. Loro, che sono una grande anima attiva di questa associazione, sono rimasti a lottare per dare ad altri una speranza che a se stessi non  serve più, come rubare il proprio tempo e viverlo per gli altri. Mi hanno spiegato che cos'è l'AGOP, chi sono, cosa fanno. Mi hanno spiegato che questi bambini malati di tumore e di leucemia, solo pochi anni fa non avevano speranze, essendo i tumori  infantili la più frequente causa di morte, oggi se trattati con adeguate terapie riescono a raggiungere la completa guarigione in oltre il 70% dei casi. La Divisione di Oncologia Pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma è attiva da molti anni  e si avvale di un equipe qualificata costituita da medici, infermieri, biologi e psicologi che attualmente hanno in cura più di 400 bambini. L'Associazione è impegnata a sostenere le famiglie dei bambini in serie difficoltà economiche e sociali,  a migliorare con iniziative di vario genere le lunghe degenze dei bambini ricoverati, a favorire l'aggiornamento continuo dei medici mediante collegamenti con altri centri internazionali, a promuovere la ricerca e la realizzazione di terapie innovative  nel campo dell'oncologia pediatrica. Tutto questo insieme a tante altre iniziative. Adesso anche noi dobbiamo fare qualcosa. Potremmo proporre una legge che permetta di devolvere a queste particolari associazioni la quota dell'8 per mille della voce Irpef  della dichiarazione dei redditi come è già in uso per altri scopi. Non può bastare. Oggi è davvero difficile vivere la propria dignità, ma se riuscissimo ad abbattere questo disordine morale così radicato intorno a noi, potremmo percorrere,  tutti insieme, quella strada fin dove porta QUELLA SPERANZA DI VINCERE.

Nunzio Gambuti

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